Un viaggio nella tradizione manouche, verso un passato ricco di suoni, colori e suggestioni dalle mille sfumature. Si presenta così Gipsy Jazz Trio, quarto progetto che porta la firma del chitarrista Salvatore Russo, pubblicato il giorno 18 aprile 2016 dall’etichetta Emme Record Label. Un lavoro che rappresenta la naturale prosecuzione del disco La Touche Manouche pubblicato nel 2009 da Stefano Mastruzzi e registrato in collaborazione con il grande chitarrista sinti olandese Stochelo Rosenberg. A differenza del precedente lavoro, però, la band è formata da un trio che per l’occasione è composto da Tony Miolla alla chitarra ritmica e Camillo Pace al contrabbasso, la pregevole sezione ritmica dell’ ormai affiatato Salvatore Russo Gypsy Jazz Trio. Una ensamble, dunque, che consente di sviluppare un linguaggio vicino allo swing e che permette a Salvatore Russo di utilizzare alla perfezione il fraseggio chitarristico e l’abilità nell’improvvisazione.
Il disco, composto da 15 tracks, comprende 6 composizioni originali che portano la firma di Salvatore Russo, brani della tradizione manouche e alcuni grandi successi degli anni ’40. Tra le composizioni originali del noto chitarrista italiano spicca senza dubbio Azul, brano in cui escono fuori in maniera dirompente i ritmi della tradizione gypsy andalusa, colori questi apportati dalla chitarra ritmica suonata dall’unico ospite musicale del cd, il chitarrista flamenco Ivan Romanazzi che nel brano suona in aggiunta al trio. Più melodioso, invece, l’approccio chitarristico nel brano Tarantodove la chitarra acustica manouche si fonde con la tradizione della chitarra Jazz tradizionale che senza dubbio fa parte del variegato bagaglio culturale di Salvatore Russo. Tra gli altri brani originali composti dall’estro del musicista pugliese anche Wegenpicks valse, Swinging with Sal, Out of Focus e Blues Junior.
C’è tempo, però, anche per un tuffo nel jazz più tradizionale con alcune rivisitazioni di celebri successi dell’epoca swing: tra questi Lady Be Good, brano diventato famoso perché colonna sonora dell’omonimo film del 1941, che riporta con la mente all’epoca del vinile, del bianco e nero, quando lo swing era senza dubbio la musica più ascoltata dal grande pubblico. A questi aggiungiamo anche altri brani comeEmbaraceble You, scritto da George Gershwin, o come Misty, scritto da Erroll Garner, resi famosi entrambi dall’incredibile voce di Ella Fitgerard. Grazie all’estro di Salvatore Russo, che ha arrangiato questi grandi successi con una nuova chiave di lettura, questi brani acquistano una nuova luce e si colorano di manouche. E in un contesto del genere non poteva mancare un omaggio al grande Django Reinhard, con Django Tiger, brano che non a caso apre il lavoro a rappresentare la congiunzione tra un passato ricco di storia, musica e colori e un presente ancora legato a delle tradizioni intramontabili.
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